Dall’Europa alla Cina e la scuola Islamica

 

Piccoli progressi vennero fatti in cartografia durante i secoli successivi. Che i Romani avessero contribuito poco da questo punto di vista, risulta strano, data la loro abilità nella costruzione di strade che richiedeva misurazioni accurate. Inoltre le strategie militari molto precise che usavano i loro comandanti sembravano dare loro la motivazione per generare mappe utili nelle campagne militari. Forse era la natura matematica della cartografia che impedì al Romano non-matematico di avanzare in tale ambito. Dell'eredità geografica e cartografica greca, già concepita a fini propriamente culturali e non trascurata da geografi romani, come ad esempio Pomponio Mela, i Romani accolsero solo quegli elementi che meglio rispondevano ai loro interessi sostanzialmente pratici, costruendo le cosiddette «carte itinerarie» (itineraria scripta e itineraria picta), di cui l’esempio più noto è la Tabula Peutingeriana, che rappresenta su di una striscia suddivisa in segmenti le terre dell'Impero Romano, dalla Penisola Iberica al Mar Caspio, mettendo in evidenza alcuni aspetti fisici,le strade allora conosciute.

Nel Medioevo non si attuarono sostanziali progressi in cartografia, lo studio e la ricerca furono seppelliti all’interno dei monasteri, dove solo pochi monaci avevano accesso. Una volta che il Cristianesimo prese piede in Europa si diffuse l’idea che le verità circa il mondo fossero quelle contenute nella Bibbia e non potevano essere trovate tramite ricerca scientifica. Dove le citazioni della Bibbia sembravano contraddire le scoperte scientifiche del pre-Cristianesimo, la buona scienza veniva allontanata come se ciò che diceva fossero state eresie. Le citazioni bibliche convinsero alcuni che la Terra fosse un cerchio, e non una sfera, mentre per altri le citazioni quali "i quattro angoli della terra" in Isaia dimostravano che la Terra era rettangolare. Le rappresentazioni cartografiche che si svilupparono nei secoli dopo Cristo e che raffigurano luoghi biblici e idee cosmografiche, desunte dalla Bibbia e da alcuni scrittori cristiani, erano caratterizzate dalla indicazione di Gerusalemme in posizione preminente rispetto al mondo abitato e dall'orientamento ad Oriente invece che a Settentrione, come invalso successivamente. Caratteristici dell'epoca medievale furono i cosiddetti mappamondi (mappae mundi) a T o a ruota. Anche in questi mappamondi l'Oriente era in alto e le terre conosciute (Europa, Asia e Africa) venivano separate da una T, indicante il Mediterraneo nel tratto verticale, il Tanais (Don) e il Nilo nei semitratti orizzontali sinistro e destro.

In tutto ciò il ruolo della matematica era praticamente insignificante, cosa che invece non accadde per la cartografia in Cina. Nel sec. III d.C. si studiava sull’opera Manuale matematico delle isole e del mare di Liu Hui. Il libro forniva una buona panoramica sulla storia della misurazione topografica della Cina ed i relativi collegamenti con la cartografia, che veniva usata per scopi militari ma anche per problemi di distribuzione delle acque.

In questo periodo fu nel mondo arabo-persiano-musulmano che si progredì nella cartografia, tuttavia soltanto negli ultimi anni l'effettiva importanza di questi contributi è stata riconosciuta. La Geografia di Tolomeo venne tradotta in arabo nel sec. IX e presto miglioramenti furono apportati grazie ai dati ottenuti attraverso le esplorazioni. Al-Khwarizmi scrisse un lavoro importante sulla cartografia che dava latitudini e longitudini per 2402 località, utili come base per le sue carte terrestri. Il libro, basato sulla Geografia di Tolomeo, elenca con latitudini e longitudini città, montagne, mari, isole, regioni geografiche e fiumi. Il manoscritto include carte geografiche più esatte di quelle di Tolomeo, in particolare esso è più chiaro dove la conoscenza locale era più disponibile ad Al-Khwarizmi, come le regioni dell’Islam, l'Africa e l'Estremo-Oriente. In corrispondenza di queste regioni il suo lavoro è considerevolmente più esatto, ma per l'Europa sembra nel complesso aver usato i dati di Tolomeo. Alcuni studiosi contemporanei tengono a dimostrare che i geografi islamici medioevali ebbero un'influenza importante sullo sviluppo della geografia in Europa. Sostengono, ad esempio, che Al-Khwarizmi abbia usato una proiezione stereografica dell'emisfero terrestre, con il polo sull'Equatore terrestre.

Un altro importante personaggio islamico da citare è Al-Bīrūnī che scrisse la sua Cartografia (dall’arabo Tahdīd) attorno al 995 d.C.. Nella sua opera discusse le proiezioni cartografiche dovute ad altri scienziati, quindi diede una sua propria interessante mappatura di un emisfero visto dall’alto. In particolare si impegnò nel calcolo della differenza longitudinale tra Baghdad e Ghazna. Ci riuscì con successo facendo uso di un teorema di Tolomeo che permetteva il calcolo della differenza longitudinale fra due luoghi in funzione della latitudine di ciascuno e della lunghezza dell’arco congiungente. Successivamente, intorno al 1000 d.C. , scrisse un manuale sulla risoluzione generale dei triangoli sferici, poi, poco dopo il 1010 d.C. , applicò questi metodi con i triangoli sferici ai problemi geografici. Per misurare la Terra e le distanze introdusse tecniche che facevano uso della triangolazione. Computò valori molto esatti per le differenze in longitudine e in latitudine fra Ghazna nell'Afghanistan e Mecca. Calcolò che il raggio della Terra dovesse essere di 6339,6 Km, un valore mai ottenuto in Occidente fino al XVI sec.. Il suo Masudic Canon contiene una tabella che dà le coordinate di 600 posti, alcuni dei quali furono misurati da Al-Bīrūnī stesso, altri presi dal lavoro di Al-Khwarizmi citato sopra.

Nel sec. XIII, in un momento in cui l’Europa cristiana si stava preoccupando forse più delle rappresentazioni religiose del mondo piuttosto che di mappe scientifiche, un altro tipo di mappa, o tabella, destinata all'uso dei marinai fece la sua apparizione. Queste carte nautiche erano denominate carte marine o portolaniche (i portolani sono le istruzioni scritte che le accompagnano) e venivano prodotte dai marinai grazie all’uso della bussola magnetica e delle Rose dei venti, in base ad osservazioni di angoli e distanze.

I primi esemplari che conosciamo risalgono all'inizio del sec. XIV e sono i portolani di catalani o italiani. I primi portolani coprivano il Mediterraneo ed il Mar Nero e mostravano le direzioni dei venti e altre informazioni utili ai navigatori. Le linee del litorale indicate su queste carte erano di gran lunga le più esatte mai prodotte fino a quel tempo. Vere e proprie scuole furono istituite. Fra tutte, le veneziane e genovesi, catalane e maiorchine, sono quelle che produssero le migliori "carte al compasso", così chiamate perché da usare utilizzando il compasso nautico.

 

Carta catalana del mondo

Portolano del Nord Atlantico

Carta nautica del Mediterraneo.

La carta del mondo dei catalani, tracciata nel 1375, era opera di Abraham Cresques di Palma di Majorca, un esperto cartografo e creatore di strumenti. La carta gli era stata commissionata da Carlo V di Francia. La parte occidentale della sua carta era basata parzialmente sui portolani mentre la parte orientale era basata sui dati di Tolomeo.

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